Wolugliologo

Seattle - 11 luglio 2015

Wo, l'umano lineare

(traduzione Gian Piero Abbate, Gabriella Campioni ed editing Leonardo Luca)

qui video con i sottotitoli

Chiudete gli occhi e permettete alla vostra coscienza di portarsi un più in profondità nel centro del vostro essere. Lasciate che ogni respiro vi porti in quel luogo che è ricettivo, che è morbido, che è fiducioso; che si arrende, che riceve… L’energia di ciò che è stato creato qui oggi e di ciò che continua a essere creato nell’amore e nell’onorare che provengono da Kryon, l’amore e l’onorare l’umano e il viaggio dell’anima qui, in forma umana. E la Famiglia: la Famiglia che siamo quando ci troviamo insieme in questa vita, in altre vite, in vite future. E quando non siamo insieme nella (forma) fisica, siamo connessi attraverso la bellissima griglia che scorre dentro di noi, che scorre attraverso il pianeta, la griglia di Gaia grazie alla quale ci connettiamo al cosmo. Non dobbiamo pensare, ma solo sapere (che c’è), percepire quella connessione, la profondità dell’amore che arriva con ciò e la dolcezza di sapere chi siamo, perché siamo, da dove siamo venuti e quanto siamo benedetti per essere in questo momento, in questo momento “adesso”, presente, per ricevere la continuità della creazione. Un momento insieme, così da poter ricevere questo amore speciale riversato su di noi. Prendete un profondo inspiro… e permettete a voi stessi di ricevere ancor più in profondità semplicemente aprendovi maggiormente, e non avete bisogno di sapere che cos’è, semplicemente confidate (nel fatto) che c’è. Permettete alla vostra anima di risuonare con l’amore che è supportato e riconosciuto attraverso la bellezza dell’energia e del messaggio di Kryon.

Saluti, miei cari, sono Kryon di Servizio Magnetico.

È difficile, a volte, dare un messaggio quando so chi è qui. C’è così tanta celebrazione… Vedete com’è quando ridete? Vedete, la chimica che si presenta quando siete gioiosi io la chiamo “chimica di Casa”. Porta guarigione, è bellissima, fa una differenza. C’è stato molto di ciò, oggi. So che siete rispettosi, con il vostro silenzio, quando entro, ciononostante voglio che dentro di voi ridiate, voglio sentire la gioia dei vostri cuori perché questo rende diverso il modo in cui ascoltate. I messaggi che dò all’umanità sono benevoli, (provengono) dalla Sorgente Creativa, sono bellissimi, pieni d’amore, di apprezzamento per l’umanità. Ma in questo caso so anche chi è qui, come lo so sempre. Sta diventando più potente, sapete, l’energia delle vostre vite passate: mentre siete qui seduti su quelle sedie, mi appare più ovvia. Si trasmette persino nell’energia del piano terrestre. Oh, lo so che cos’avete passato, ma la state trasmettendo attraverso ciò che è la vostra Merkaba più di quanto abbiate mai fatto prima allo scopo, miei cari, di avvicinarvi di più allo Spirito; allo scopo di fare un’esperienza che forse non avete mai fatto prima.

Ripeterò una frase: è tempo che usciate dalla linearità. Vi state laureando a più grandi concetti di voi stessi; vi state laureando a più grandi concetti dello Spirito. Il mio partner (Lee Carroll) insegna quello che insegno io, e cominciate a entrare in quelle aree che vi confondono perché sono aree di cui non avete sentito parlare in precedenza e coinvolgono (il rapporto) di voi con voi (stessi). Questo è difficile, ma diventa ancor più difficile se cominciate a fare le domande lineari che così tanti di voi fanno; sono domande normali (per voi). Miei cari, l’umanità è lineare, vivete in tre dimensioni, e in quel paradigma esistete anche spiritualmente e fate costantemente domande che ritenete pertinenti, ma non lo sono… perché sono lineari.

Il soggetto che vi è stato portato oggi riguarda il lavoro con ciò che è l’Innato: parlare a quello che è il vostro corpo, far penetrare in voi la capacità di escavare (come una miniera) l’akasha. Questi sono tutti concetti, eppure le cose che vorreste sapere di essi sono lineari! So che cosa state pensando, le vostre domande sono spessissimo di questo tipo: «Quante volte al giorno dovrei entrare in contatto con la mia struttura cellulare?» «Qual è l’orario ottimale per meditare, quanto a lungo dovrei meditare, dovrei farlo al mattino e alla sera?» «Che cosa vuole da me lo Spirito?» «Con quale frequenza dovrei parlare alle mie cellule in modo personale?» «Quando voglio generare una sincronicità, come si fa e di quale “ampiezza” dovrebbe essere la mia intenzione?» Tutte queste (domande) sono lineari, e pur tuttavia le fate. «Va bene farlo in questo modo? ... Va bene farlo in questo modo?» E sono tutte domande lineari. La canalizzazione si chiama “fine della linearità”. Per potervi dare una verità basilare, oggi, un’unica verità basilare, vi devo dare una parabola. È dunque ancora una volta il momento per una parabola di Wo.

Parlerò di un essere umano di nome Wo. Wo è sempre stato il soggetto delle parabole. Ora, Wo non è un maschio o una femmina, è Wo-man (man = uomo; woman = donna), perciò è entrambi. Chiameremo quest’essere umano Wo e ne parleremo in termini di “lui” per questa particolare lezione. Voglio farvi conoscere Wo. Wo amava Dio. Wo era un’anima antica e si era risvegliato sul pianeta con la conoscenza intuitiva che c’è in un Creatore. Presto, nella sua vita, Wo cercò e trovò Dio alla sua personale maniera, in un’organizzazione di persone che la pensavano come lui - era compiaciuto di se stesso - ed è lì che incontrò altri che amavano Dio. Wo sentì parlare della Sorgente Creativa alla sua maniera personale; nulla di ciò che udì era inappropriato, davvero. Tutto era sensato per lui, davvero, e l’abbiamo detto altre volte: è benedetto chi cerca Dio. Punto. Qualunque sia l’organizzazione, sia che pensiate che è nel giusto o no, la ricerca di Dio è ONORATA dalla Sorgente Creativa.

Wo aveva trovato la sua nicchia e la sua ricerca, e cominciò. Wo sentì dire che ci sarebbe stata vita dopo la sua morte, e lo credette: gli suonava giusto, era intuitivo. Wo sapeva che avrebbe potuto vivere per intero la sua vita e che poi sarebbe venuto un momento in cui sarebbe stato letteralmente portato in una qualche forma, in un qualche modo, in un luogo magico che non poteva nemmeno lontanamente immaginare e nel quale avrebbe trovato ciò che è una festa o un premio per tutto quello che aveva fatto sul pianeta. Gli fu detto che più faceva, più cose realizzava – e Dio si sarebbe compiaciuto per l’elenco delle cose che aveva – più faceva, più possibilità avrebbe avuto, quando fosse arrivato il momento del giudizio, di essere giudicato valevole. Wo sapeva di valere, ma aveva iniziato il lignaggio della sua vita… che era lineare. Wo non era in errore, veramente non stava perdendosi nella forma. Wo era semplicemente umano, faceva ciò che fanno gli umani: quantificano, qualificano, contano, assemblano, annotano… ed è quello che faceva. Wo andava in chiesa spesso, talora più di una volta al giorno; ogni singola volta che ci andava, si inginocchiava davanti a Dio, sapeva di essere alla presenza di Dio e percepiva l’amore di Dio. Wo piangeva continuamente, percependo l’incredibile amore di Dio che c’era là. Nel sistema che aveva scelto, aveva trovato Dio. Ogni volta che andava in chiesa, lo annotava: sapeva che un giorno ci sarebbe stato qualcuno, forse in un luogo che non poteva neppure immaginare, che avrebbe voluto sapere quante volte ci era andato. A Wo era stato detto che gli sarebbe stato d’aiuto aprirsi e parlare di quello che aveva fatto o pensato, confessare queste cose, ed egli lo faceva sapendo che in assoluto quello era il processo del quale Dio si sarebbe compiaciuto. Ed egli lo fece molte volte, più e più volte, e si sentiva bene. Annotava anche questo.

Wo andava cercando altre cose che potessero compiacere quello che era il Creatore – il Creatore dell’Universo “in persona”, - si sentiva parte di lui, percepiva l’amore di Dio… nella sua chiesa. Cominciò a fare opere di volontariato; andava e aiutava questa persona e quella persona; più e più volte faticava (fisicamente) allo scopo di essere un volontario, sapendo che stava compiacendo Dio, e lo scriveva nel suo quaderno delle annotazioni, quaderno che stava diventando molto grosso. Wo stava invecchiando e si compiaceva molto nell’usare un secondo quaderno, un terzo quaderno, un quarto quaderno… annotando le cose che faceva, e questo lo faceva sentire bene.

Tutto ciò che udiva da quanti erano in carica, che erano gli insegnanti spirituali, lo trovava d’accordo e qualunque cosa facesse, Wo la faceva nel modo giusto. Era un uomo buono, era una brava persona; non faceva del male ad alcuno… E poi giunse il momento.

Wo trapassò in pace, pieno di pace. Sapeva che quello era il momento e sapeva che avrebbe incontrato il Maestro. Sapeva che sarebbe andato in un luogo che, ancora una volta, non riusciva neppure a concepire, che sarebbe stato assai più bello di qualunque cosa avesse mai visto, ed era nel giusto. Oh, era nel giusto! Oltrepassò il tunnel e riconobbe la luce bianca al termine di esso: «Questo è Dio, questo è dove accadrà, sto arrivando in un luogo dove ci sarà un bellissimo cancello, dove mi ascolteranno; ho portato con me i miei quaderni delle annotazioni: saranno anche esoterici, ma li ho con me, li ho portati con me; posso raccontare quello che ho fatto e quante volte l’ho fatto. Saranno davvero impressionati da me perché ho fatto tutto nel modo giusto! Io amo Dio e Dio ama me!» Aveva capito tutto ciò nel modo giusto – tutto, – Dio l’amava ed egli amava Dio. Sarebbe potuto essere più perfetto (di così)? No davvero, non per Wo: egli aveva fatto tutto in modo appropriato… ed era una brava persona. Wo era corretto.

Arrivò a questo bellissimo cancello – Wo non lo comprese in quel punto del tempo, ma lo comprese più tardi – e quel cancello era una sua creazione conscia. Se l’aspettava, e, (corretto) anche in questo, (il cancello) era là. Wo era pronto. C’era un bellissimo angelo dorato, al cancello, che brillava come il sole. Wo lo riconobbe in qualche modo, forse l’aveva incontrato in passato. Wo era pronto. Wo percepì l’amore di Dio, quel giorno; la Sorgente Creativa era tutt’attorno a lui. Wo si sentiva a suo agio. Poi l’angelo dorato – quella voce meravigliosa – accolse Wo in paradiso: «Benvenuto, Wo, ti abbiamo aspettato; che cos’hai (lì)?» Per Wo, quella era l’opportunità di dimostrare se stesso: ciò che aveva portato con sé, ciò che aveva fatto, e lentamente cominciò a parlare all’angelo: «Sono stato buono, ho fatto queste cose, guarda i volumi di quello che ho fatto!» C’era di che restare impressionati! Wo parlò MOLTO a lungo raccontando a quell’angelo dorato, che era tanto paziente con lui, più e più volte le cose che aveva fatto, quello che sarebbe piaciuto a Dio; il numero di volte che le aveva fatte: impressionante! Talora andava in chiesa tre volte al giorno: quello era impressionante, era in cima all’elenco così da essere notato! L’angelo dorato era piuttosto attento, non si mosse mai, semplicemente emanava amore. Wo tacque, quindi l’angelo dorato disse: «Wo, non m’interessa quante volte hai fatto qualcosa. Quanta compassione hai avuto? Qual è la quantità di compassione che hai avuto?» Wo rispose: «DOVEVO avere compassione, guarda: ho fatto questo 300 volte, ho fatto questo 400 volte…» L’angelo lo fermò e gli disse: «Non ti è permesso darmi dei numeri. Quanti AMORI hai dato – se vuoi darmi dei numeri – quante compassioni hai dato? Quante vite hai influenzato grazie a quelle compassioni e amori?» Wo cominciava a sentirsi a disagio e a dire a se stesso: «Forse ho sbagliato, forse ho capito male!» L’angelo dorato era in grado di leggere nella sua mente: «Wo, voglio che ti rilassi e voglio che tu mi dica solo: qual era il tuo intento quando hai fatto queste cose?» Wo non aveva risposte, tranne una: «Voglio impressionarti – disse – così da poter varcare il cancello! Voglio compiacere Dio, così da poter varcare il cancello!» L’angelo chiese: «Che cos’hai fatto per compiacere te stesso compassionevolmente? Che cos’hai fatto per amare ciò che era dentro di te e sapevi essere divino, Wo?» Wo mise giù i quaderni e si rese conto di aver capito male. Wo cominciò a piangere. Non sapeva che cosa sarebbe accaduto, solo si accorse che l’assemblaggio tutto ciò che aveva creato per tutta la vita in qualche modo aveva mancato l'obiettivo. Non gli venivano poste le domande che si aspettava gli venissero poste! L’angelo disse: «Wo, grazie al tuo intento, il cancello si apre poiché il tuo intento è sufficiente… per oggi.» Wo era pieno di gratitudine. Il cancello si aprì ed egli entrò.

Ora, questo è il punto al qualche dobbiamo fermare la storia di Wo perché Wo non era più Wo. Non appena oltrepassato il cancello, diventò parte della Sorgente Creativa, diventò parte della Famiglia: vi abbiamo detto che cosa vi accade quando attraversate quella barriera tra la coscienza umana e la Coscienza di Dio. Per quanto tempo Wo rimase là? Nemmeno questo vi possiamo dire, ma possiamo riprendere (la storia) nel punto in cui Wo ricominciò. Wo diventò consapevole di chi era in quanto riprese la stessa anima, e la cosa successiva che seppe fu che era collegato… a un cordone ombelicale! Era tornato!

Questa è la storia di Wo, la parabola che volevamo darvi per rispondere ad alcune delle domande che sentiamo più e più volte. Voglio che abbiate chiarezza riguardo alla fine della linearità. Non ci sono gradini da salire, non ci sono battiti da contare, non c’è alcuna ripetizione che potrebbe creare l’amore di Dio per voi. L’avete udito? Non c’è alcun atto che possiate compiere e che vi porti in un posto migliore di quello nel quale siete adesso. Non c’è alcuna quantità di alcuna cosa che potete fare… Tutto ciò è lineare!

Questi sono concetti che desideriamo insegnare stasera, e l’abbiamo già fatto mediante la storia di Wo. Egli amava Dio, ma nel processo non amava se stesso.

Prima domanda: «Voglio meditare correttamente davanti allo Spirito.» È una buona domanda… è lineare! E vi darò la risposta perché la domanda riguarda quante (volte) e quale quantità, è sempre così. «Quanto devo meditare, per quanto tempo dovrebbe essere?» - State ancora chiedendo. E vi risponderò: quante volte dovreste meditare? Siete pronti per questo? UNA VOLTA. Quanto spesso? UNA VOLTA. «Ora, Kryon, vuoi dire una volta al giorno?» No, questo è per il resto della vostra vita, miei cari. Una sola volta. Voglio che entriate in meditazione e non ne usciate mai - mi sentite? - Non ne usciate mai. Voglio che siate vicini alla vostra Particella di Dio dentro di voi. (In questo modo) siete sempre in stato meditativo, siete in meditazione camminando, siete vigili, siete connessi, e non vi staccate mai. Avete sentito? QUESTO è un concetto: non c’è alcuna linearità e, se obiettate a ciò e dite: «Sì, ma tu non sei nella tridimensionalità Kryon, dobbiamo farlo qui o là, oppure…» No, non dovete. Lo fate una sola volta e lasciate che il vostro corpo decida quando immettere degli intenti e quando no. Quando state guidando, quando state camminando o quando state parlando a un amico, quando siete compassionevoli o forse quando dormite… UNA SOLA VOLTA. Siete sempre lì. Siete CONNESSI a Dio.

Dentro di voi avete il seme creativo che vi è stato dato molto presto: siete nati con esso, l’avete chiesto. La prima volta che vi svegliate (sul pianeta), l’abbiamo detto stamattina, cercate Dio. Dal momento in cui decidete che dev’essere dentro di voi, voglio che vi connettiate e non smettiate mai. UNA SOLA VOLTA. Tutta la vita, una sola volta.

Non azzardatevi a tenere un quaderno delle annotazioni! A noi non interessa e non dovrebbe interessare neppure a voi. Qual è il vostro… quoziente di compassione, vi chiedo ancora? Non potete contare quante compassioni ci sono, non potete contare quanti amori ci sono. Se siete innamorati di voi stessi, non è quantitativo: semplicemente “è”, vedete?

La prima domanda che fu posta a Wo riguardava lui stesso: che cos’hai fatto per te? Quindi, una volta chiarito questo – non molto! – la domanda successiva che gli fu posta fu: com’era la tua compassione per gli altri? Egli non era in modalità di compassione, contava le genuflessioni! È questo che era importante (per lui): quante volte si inchinava, quante volte onorava, quante candele accendeva. Miei cari, questo è LINEARE. Voglio che cominciate a comprendere un progetto multidimensionale. Farò una dichiarazione: avete solo tre dimensioni alle quali lavorare, vero? Noi lo sappiamo e voi lo sapete, quindi eccovi qualcosa di nuovo: voglio che intraprendiate azioni tridimensionali per soluzioni multidimensionali e sarete nel giusto. È tutto ciò che avete, proprio adesso: è tutto ciò che avete. E quelle azioni tridimensionali saranno (fatte) da voi con voi stessi, nel modo migliore che potete, per entrare in uno stato di meditazione perenne, ed esprimerete intento per questo, tra intento, compassione e amore: questo è tutto ciò che noi vediamo. Lo Spirito vede l’energia. Lo Spirito – vede - l’energia! La compassione che avrete per chi vi sta accanto e, quando uscite da (questa) sala, per colui che vi spinge fuori per la strada; la compassione che avrete per un membro della (vostra) famiglia che non capisce dove siete stati oggi e ve ne fa passare delle belle: questa è energia. Come ve la siete cavata finora? Questi sono quelli duri: è facile essere compassionevoli per un senzatetto o un povero, ma per voi stessi? Potete provare compassione per la vostra stessa vita? Riuscite a innamorarvi di tutto ciò che è voi e avviene attorno a voi, qualunque cosa sia? Riuscite ad avere compassione, comprensione e amore per circostanze di cui non siete a conoscenza? Questa è energia. E questo è tutto ciò che noi vediamo.

Adesso sapete perché le affermazioni sono una delle cose più forti con le quali può cominciare un’anima antica. A voce alta dite a voi stessi delle cose, noi le sentiamo, ed esse veicolano una fortissima energia di gioia, di proposito, di intento. Voi siete lì in piedi, magari guardandovi allo specchio, e dite: «IO SONO in salute.» «Io sto ringiovanendo.» «Io sono un essere spirituale e parte di Dio.» «IO SONO colui che sono.» «Io sono (qui) di proposito.» «Io sono bellissimo davanti a Dio perché sono parte del Progetto di Dio.» E c’è gioia che RISUONA attraverso ciò.

Questo non è lineare: pronunciate le affermazioni in tre dimensioni e ottenete soluzioni multidimensionali. Questo è il nuovo umano, miei cari, che comincia a comprendere che il linguaggio dello Spirito è l’energia. Andiamo e facciamolo, anime antiche. Andate e fatelo.

E così è.