Kryon canalizzato da Lee CarrollMVlogo

Monument Valley, 12-15 aprile 2017.

Canalizzazione 4

Traduzione di Gabriella Campioni – revisione di Gian Piero Abbate

audio originale 

Saluti, miei cari, Io Sono Kryon del Servizio Magnetico.

Voglio che percepiate l’immobilità, non succede spesso che sia così. Le rocce stanno ascoltando. Se vi dicessi, miei cari, che le rocce sono vive, che cosa direste, dal momento che non combacia con l’identità o le definizioni scientifiche della vita? Vi ho anche detto che verrà un giorno in cui la definizione di vita dovrà realmente essere cambiata, poiché la scienza raggiungerà un accordo, che chiamerei una confluenza di scoperte, quando (gli scienziati) cominceranno a guardare alla multidimensionalità, a identificarla per quello che è ed essere in grado di misurarla. Quando lo faranno, vedranno nella natura, nelle rocce e negli alberi le cose che ridefiniranno ciò che è vivo e ciò che non lo è. Perciò, quando vi dico che le rocce ascoltano, in un certo modo non definito come pensate, è così.

Vorrei parlare di scienza, in questo piccolo periodo di tempo, in un modo che sembrerebbe non complementare, ma che è proprio come appare. È la scienza di questo pianeta, che vi sta gridando in questo luogo; è la scienza del pianeta, che vi permetterà di scoprire ciò che in seguito dimostrerà lo Spirito. Dunque, sta arrivando, e sarà scientifico. Ma la scienza di oggi ha alcuni pregiudizi: vorrei parlare di questo prima di parlare di ciò che è qui davanti a voi.

Ci sono molti tipi di scienza, ci sono le discipline della scienza, le varie ricerche. Ma la scienza vi dirà che in verità ci sono due gruppi: un gruppo cerca di studiare le cose che esistono e di spiegarle; l’altro gruppo cerca di prendere ciò che esiste e di proiettarlo in una causalità futura: questo significa che (questi scienziati)  sono quelli che inventeranno ciò che voi utilizzerete in futuro. Diversi tipi di scienze hanno diversi tipi di evidenze; vari tipi di scienze non hanno molte evidenze perciò (gli scienziati) creano macchine che le producano o esperimenti che le dimostrino, quindi creano ciò che poi esamineranno ed è quello che costituirà le loro evidenze mediante creazione. Poi ci sono gli altri scienziati che hanno una moltitudine di evidenze continuamente  davanti a sé. Una di queste è l’astronomia: le evidenze sono sempre lì, sempre disponibili per essere studiate. Questo tipo di scienza decide che cos’è accaduto, quando è accaduto, com’è accaduto. Questo è molto simile alla geologia: un geologo si confronta con una moltitudine, una confluenza di evidenze che sono così stupefacenti e grandi che spesso non sa che cosa sta guardando. Non solo questo: gli eoni cambiano ciò che essi vedono, perciò, dando un occhiata a una cosa, ad esempio, (ci sono) cose che magari hanno completamente offuscato ciò che è accaduto negli eoni precedenti ciò che stanno osservando. Voglio parlarvi dei pregiudizi che avvengono: nella scienza, si suppone che sia nuovo, che il metodo scientifico sia uno solo, che escluda le cose prive di importanza e includa quelle che ne hanno. Si suppone che sia un metodo libero da pregiudizi, ma è pieno di pregiudizi!

Prendiamo quelli di cui parlo spesso. Gli scienziati, nel campo in cui sono esperti, credono di sapere certe cose riguardo a ciò che studiano, e quelle certe cose si accumulano e creano un pregiudizio tale per cui essi pensano di sapere dove cercare per la scoperta successiva. Il pregiudizio, quindi, diventa ciò che essi pensano di stare cercando, perciò progettano gli esperimenti per quel pregiudizio: non per una sorpresa, ma per quello che essi pensano ci sia; e questa (dà) la progettazione per quell’esperimento. Un classico è stato la ricerca del DNA spazzatura. Ne ho parlato in precedenza: per oltre trent’anni, lì davanti a voi giaceva la chimica del DNA che non poteva essere risolta; il 90% della vita stessa era un mistero che fino all’epoca moderna, nel 2012, era considerato insolubile. Anche quello che chiamereste spazzatura, perché non c’era alcuno scopo che essi riuscissero a vedere, e la ragione per la quale era così elusivo è che veniva studiato da scienziati della vita, chimici e biologi, perché essi cercavano codici, cercavano ciò che si aspettavano basandosi su quello che avevano visto in passato. Avevano preso la loro decisione: è qui che sarà, e guardavano lì e non trovavano nulla. Più tardi vi abbiamo detto che la grande scoperta sarebbe venuta dai linguisti, che studiano le strutture delle parole, perché in quel 90% c’era il linguaggio, c’erano informazioni. È un classico. L’altro (pregiudizio), di cui non abbiamo ancora parlato ma lo faremo per molte settimane,  è nel grande acceleratore di particelle in cui (gli scienziati) impiegano un’energia enorme per mettere insieme gli atomi di idrogeno quasi alla velocità della luce, farli collidere, registrare l’esplosione e vedere che cosa vola fuori; ed essi hanno trilioni di fotografie di ciò che vola fuori! Come analizzare questa cosa e trarne un senso? Essi vi diranno perché strutturano dei programmi, programmi che cercheranno quello che essi credono ci sia. Miei cari, troveranno qualcosa, e nel processo mancheranno quello che c’è veramente perché il loro programma non include ancora il cercarlo. Dunque vedete: persino nella Fisica più alta c’è il pregiudizio del modo in cui si pensa che vadano le cose per poi progettare l’esperimento attorno a esso. 

Il grande pregiudizio della geologia è questo: da quando siete vivi, miei cari, su questo pianeta, la geologia agisce lentamente. C’è perciò il pregiudizio che l’intera geologia sia stata estremamente lenta, e quando vedete una cosa all’orizzonte decidete quanto tempo le è occorso per diventare quella che è. Inserite la spina in quello che credete sia vero, (ossia) che i fattori erosione, i tipi di pietre, la durezza o morbidezza, siano tutti intervenuti attraverso un processo molto, molto, molto lento. E questo, miei cari, è completamente errato! Quello che i geologi non si aspettano è che, quando la Terra si stava formando in quei milioni di anni fa, ci furono sconvolgimenti terribili e i processi coinvolti furono enormi. I pesi dell’acqua su una Terra appena formata: enormi. Le cose avvennero di gran lunga più rapidamente  di quanto essi abbiano pensato. Ci sono alcuni geologi che hanno colto il punto con l’esplosione del Monte Saint Helen quando riuscirono a vedere che quello che prima pensavano che ci avesse messo centinaia di anni era (invece) successo da  un giorno all’altro, e si resero conto che il processo di un vulcano può creare cose che non si aspettavano in un quadro temporale che non era mai stato insegnato loro a scuola. 

Perciò permettetemi di dirvi che cosa state guardando e lo collegherò ancora una volta a quanto avete visto al Gran Canyon. È difficile spiegarlo e non lo farò in termini geologici: lo farò in Inglese semplice. Quello che state guardando proprio ora avrebbe gli attributi di migliaia e migliaia di anni di erosione da parte del vento. C’è uno schema nell’erosione da parte del vento e nell’erosione da parte della pioggia, ed è fondamentalmente quello che vedete. Ma sotto questo, miei cari, ciò che è realmente offuscato, e non visto per come è, è l’oceano che era qui: non semplicemente un oceano, miei cari, ma un oceano in movimento. Come posso dirvelo? Quasi (all’epoca) della deriva dei continenti, quelli che chiamate Stati Uniti ebbero sette sconvolgimenti fortissimi che letteralmente riversarono l’acqua al loro interno e li trascinarono fuori, con la terra che saliva e tornava indietro. Riuscite a immaginare la forza di un intero oceano che viene liberata ed esso entra e (con la stessa) forza, magari in centinaia di anni, inverte la direzione e torna fuori nuovamente? Vi dirò che il Gran Canyon fu tagliato in meno di trecento anni: era un oceano feroce, qualcosa che non avete mai visto su questo pianeta a questo punto. Questo pianeta è tranquillo, adesso, ha finito con quel tipo di geologia, ha finito con quella quantità massiva di movimenti in brevi periodi di tempo. Ecco com’era la Terra. Se poteste vederlo, comprendereste che sotto quella che ritenete erosione da parte del vento c’è erosione da parte dell’acqua. Potete vedere che quello che rimane quassù, con il letto dell’oceano che c’era qui, era fatto di isole: onde che si infrangevano su di esse erodendole fino a farle diventare come le vedete oggi. Questo fu l’inizio, questo fu lo stampo di quello che vedete, che poi fu eroso ulteriormente dal vento e dalla pioggia. 

Chi è qui e abita in altre aree sa che si possono trovare conchiglie marine dovunque. Questo era un oceano; non era un oceano calmo: era un oceano in movimento mentre la placca si sollevava, si girava, e si sollevava, e  spingeva. Fu più di quanto potreste mai vedere, fu un movimento maggiore di quanto nessun geologo si aspetterebbe, rapido, veloce, feroce e fece i tagli netti che vedete ovunque. Dritto su e giù, assai di più (di quanto possano fare) il vento e la pioggia persino in milioni di anni.

Perciò voglio che pensiate a questa cosa e voglio che ricordiate questo giorno, e lo dirò ancora perché verrà un tempo in cui i geologi diranno: “Sì, adesso lo riconosciamo”. 

Questa è la lezione di scienze di oggi. Voglio che guardiate queste cose con occhi diversi. Voglio che guardiate la confluenza della natura che ha creato la bellezza che è oggi il deserto. E voglio che guardiate oltre e vediate il letto dell’oceano davanti a voi. Immaginate le onde che si infrangevano, un oceano che non era mai fermo, che era in movimento, e il modo in cui per centinaia di anni, migliaia di anni, andava avanti e indietro e poi finì. Questa è la ragione per la quale c’è un delta a entrambe le estremità del Gran Canyon. Flussi in una direzione, poi nell’altra, poi in una direzione e di nuovo nell’altra tagliando quello che vedete qui in una maestosità che potete vedere oggi. 

Controverso? Ovviamente!

E così è.